È una domenica di ottobre del 1977, un nonno tiene per mano il suo nipotino mentre guardano, da un campo di Chiesina Montalese, l’ultimo viaggio della “740-089”, nel tragitto Bologna Pistoia Firenze. Quel bambino non dimenticherà mai lo sbuffo di quella locomotiva a vapore. Perché il treno molto spesso è un sogno che ci culla da un paese all’altro e quel sogno, per Pierluigi, un giorno è diventato realtà, ed è oggi è la sua professione. Mentre lavorava come magazziniere ha fatto prima il volontario per la Italvapore, convenzionata con il gruppo Ferrovie dello Stato, e poi con la Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane, nata proprio per promuovere il volontariato sui beni d’epoca.
Oggi per lui, i treni d’epoca non hanno segreti, li ha imparati tutti nelle lunghe notti di preparazione delle macchine, dove bisogna buttare carbone ogni mezz’ora per mantenere alta la pressione e prepararle alla partenza del giorno dopo. È fuochista, ed è tecnico della manutenzione nel gruppo diretto da Paolo Dallai, capo di quel gioiello pistoiese che è l’Officina Deposito Rotabili Storici, a due passi dalla stazione di Pistoia.