La chiamano la nobile arte perché la boxe è intrisa di valori. Conta la tecnica, ma conta il rispetto dell’avversario. Conta la consapevolezza dei limiti. Conta non infierire. E contano l’impegno e il sacrificio che gli allenamenti, durissimi, richiedono. Poi si combatte. Si vince, si perde. Marco Papasidero è tutto questo. Indossare i guantoni è una passione che coglie da giovani e così è stato per lui, salito sul ring per la prima volta a quindici anni. E la sua prima palestra è stata la “Ugo Schiano” di Capostrada, il suo primo allenatore il maestro Marco Gallo, che lo ha seguito sul quadrato per undici anni fino a quando Papasidero è diventato professionista ed è passato alla Pugilistica di Prato. L’obiettivo era la cintura del Campionato Italiano dei pesi Super Welter, 69 chili e mezzo. Ne ha disputati tre dal luglio 2021 all’aprile 2022. Il primo in parità, il secondo lo ha vinto ai punti, il terzo lo ha perso. La boxe è così. Si combatte, si vince, si perde. Ma si resta campioni, nel cuore.