La storia di una famiglia può essere racchiusa in un cas- setto e una vecchia ricetta può cambiare il destino, come quella di uno zio sempre elegante: borsalino, trench e valigetta da lavoro, che percorreva in lungo e in largo l’Italia per il suo lavoro di rappresentante di vini e di liquori. Renato Bartolini aveva un liquorificio e aveva creato un amaro. L’amaro San Jacopo. Sull’etichetta c’era raffigurata piazza del Duomo. Morì nel 1981 e la produzione cessò. Fino a quando, nel 2021, il nipote Francesco, barman e ristoratore, che era un bambino quando lo zio morì, seppe di questo amaro e ascoltò i racconti di famiglia, e di quando la zia Loretta aiutava il marito mettendo le erbe in infusione: rabarbaro, china calissaia, cannella, scorza di limone.
È rinato l’amaro San Jacopo, biologico, biodinamico, prodotto dall’opificio Nunquam di Prato e con una etichetta nuova, che ricorda la statua del Santo, col suo cappottino rosso.