

A Pistoia è arrivata per amore, da Stoccarda, e oggi si sente europea, tedesca, e pistoiese. Della sua città ama l’antico ospedale del Ceppo, il Fregio Robbiano, Palazzo Fabroni “di livello altissimo”, quel gioiello nascosto del Tau e Marino, naturalmente. È fotografa, docente e curatrice di mostre fotografiche tra le quali gli eventi di Mario Carnicelli e Luca Cadonici. Insegna alla Fondazione Studio Marangoni, dove si è diplomata dopo la laurea in storia dell’arte e sociologia, e nelle sedi fiorentine delle università americane. “La fotografia è un mezzo molto potente, che va sempre concepito come progetto e nuovo linguaggio”, queste sono le sue coordinate. Il soggetto del suo cuore è il Battistero di San Giovanni in corte. “Pistoia è una città dove la cultura viene prodotta continuamente, anche grazie a un fervido associazionismo”. Da qualche tempo nel suo laboratorio di casa si diletta in collage: “Ritaglio e metto insieme cose insolite…del resto Pistorienses non deriva da bisturi?”